Non c'è crisi per il lusso. Toccherà 517 miliardi di $ nel 2026 - Pambianconews notizie e aggiornamenti moda, lusso e made in Italy

2022-07-02 07:05:12 By : Ms. Sharon Liu

L’industria luxury si lascia alle spalle la pandemia e torna a brillare. Secondo un report del Comité Colbert, associazione francese dei beni di lusso, il settore non solo è tornato ai livelli pre-pandemici, ma è previsto un ulteriore rimbalzo del 6% tra quest’anno e il 2026, che porterà il comparto a toccare quota 517 miliardi di dollari (494,7 miliardi di euro).

“La resilienza di questo settore è enorme”, ha affermato Bénédicte Epinay, amministratore delegato di Comité Colbert. Nella stesura del report sull’analisi del futuro del mercato del lusso, l’associazione francese ha collaborato con il Boston Consulting Group intervistando circa 40 dirigenti di società di fascia alta e conducendo un’indagine su 2mila consumatori in Francia, Germania, Regno Unito, Italia, Spagna, Svizzera e Stati Uniti. Tanti gli argomenti chiave emersi, dalla sostenibilità all’artigianato, fino alla globalizzazione e al metaverso. Il rapporto descrive un settore che deve affrontare “cambiamenti di paradigma” con nuovi valori di consumo, un mercato dell’usato in crescita e tensioni geopolitiche in primo piano.

Come prevedibile, l’attenzione all’ambiente ha un ruolo sempre più importante sia per i consumatori che per le aziende, basti pensare che sei consumatori su dieci prendono in considerazione il concetto di sostenibilità nelle loro decisioni di acquisto, mentre l’80% ritiene che le case di moda dovrebbero impegnarsi nella gestione del ciclo di vita del prodotto al di là della produzione e della vendita. Il rapporto afferma inoltre che nonostante il 62% dei clienti del settore ritiene che i prodotti di lusso siano “durevoli, l’industria deve comunque fare di più ed essere responsabile dell’avvio della transizione ambientale e sociale”.

“Il settore – ha spiegato Joël Hazan, managing director e partner di Bcg e co-autore del rapporto – sta passando da una mentalità competitiva a una mentalità da coalizione: le principali aziende del lusso hanno capito che devono lavorare insieme su questioni ambientali chiave per venire fuori soluzioni scalabili”. A tal fine, il mercato dell’usato potrebbe avere un ruolo chiave, “guidato dalle generazioni più giovani – ha affermato il dirigente – con l’83% della Gen Z disposto ad affittare o possedere i propri vestiti solo temporaneamente, il mercato dell’usato sta crescendo due volte più velocemente del mercato di prima mano e si prevede che raggiungerà più di 50 miliardi di euro entro il 2025″. Si tratta di un dato che il lusso deve tenere in considerazione e che apre il comparto a grandi opportunità di guadagno. “L’appetito dei consumatori per i prodotti di seconda mano è indiscutibile e non si fermerà – ha continuato Hazan -. Tra cinque anni il mercato sarà così grande che sarebbe sciocco non farne parte”.

Parallelamente, anche il mondo digitale sta diventando cruciale a un livello che il settore non pensava sarebbe accaduto. Nonostante abbia compiuto dei miglioramenti negli ultimi anni, il rapporto afferma che l’industria del lusso è “percepita come un passo indietro rispetto ad altri settori quando si tratta di digitale, secondo il 65% degli intervistati”. Vale a dire che quasi sette persone su dieci ritengono che l’esperienza digitale fornita dai marchi di alta fascia non sia all’altezza di un’esperienza in negozio. “Investire nel metaverso è un’opportunità per i luxury brand per assicurarsi una comunicazione con i loro clienti attuali e futuri”.

Hazan ha affermato che il lusso ha ancora tanto lavoro da fare su questo fronte: “Sebbene la pandemia abbia accelerato il passaggio al digitale dei marchi di lusso, non sono mai stati i pionieri del digitale. In effetti, i concetti e le applicazioni Web2 sono stati lontani dall’immagine di esclusività e rarità veicolata dall’industria del lusso. Eppure i brand devono trovare un modo per differenziarsi online nel modo più efficace possibile nei loro negozi fisici. Nel contesto odierno del Web3, esiste questa opportunità per conciliare il lusso e l’esperienza digitale”.

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