Chiellini dice addio alla maglia azzurra: un viaggio lungo 22 anni | Goal.com

2022-06-02 07:59:24 By : Ms. Sherry Zhang

Sì, questa volta è finita sul serio. Giorgio Chiellini lascia l’Italia, in tutti i sensi, tra Nazionale e Juventus. L’ultimo atto a Wembley, là dove un anno fa gli azzurri conquistavano l’Europeo proprio contro l’Inghilterra e dove questa sera hanno perso la “Finalissima” per mano dell’Argentina. Niente Mondiale, niente gioia londinese bis. Va così.

Il Chiello saluta la Nazionale dopo ben 22 anni: dal successo con l’Under 19 nel 2003 passando per il trionfo dei trionfi datato 11 luglio 2021. Un percorso longevo, elettrizzante ed emozionante. Perché difendere il tuo Paese, proprio come raccontato recentemente da Giorgio, viene prima di tutto e tutti. E, quindi, vincere sfoggiando la casacca azzurra non ha prezzo.

L’ormai ex bianconero avrebbe voluto chiudere la sua avventura con l’Italia con un’ultima gioia e, invece, ad imporsi è stata la truppa albiceleste che, votando il partito della qualità, ha saputo costruire un successo ampiamente meritato. Chiellini, dal canto suo, non ha fatto mancare impegno e dedizione. Ma non è bastato per fermare Messi e compagni in serata decisamente sì. Con una sostituzione all'intervallo che lo ha privato di un ultimo abbraccio da parte dei tifosi, sotto forma di standing ovation.

Resta un’avventura incredibile, iniziata – tra i grandi – il 17 novembre 2004. A 20 anni, giustappunto, Chiellini esordiva in Nazionale Maggiore grazie a Marcello Lippi, uno dei suoi primi sponsor. Periodo embrionale di una carriera chiamata ad affermarsi sulla fascia sinistra. Invece, successivamente, il quadro è cambiato in maniera totale ed ha votato il partito dei centrali.

Giorgio chiude il viaggio con l’Italia a quota 117 gettoni, gli stessi di Daniele Rossi, piazzandosi così al quarto posto nella classifica all time di presenze. Primo goal, con una conclusione dalla distanza, contro le Isole Far Oer. Il morso di Suarez. La doppietta e l’autorete con l’Azerbaijan. E molto altro.

Le emozioni positive e negative, insomma, non sono mancate. Stimato e rispettato dai vari ct, Chiellini ha rappresentato sempre e costantemente la base del discorso per Prandelli, Lippi bis, Conte, Ventura e Mancini. Come dimenticare, nel 2012 in amichevole con la Francia, la prima fascia di capitano? Salvo salire di grado definitivamente nel post Buffon, con annesso traguardo – nella stessa annata – delle 100 presenze raggiunte in Nazionale.

Sudore, tanto sudore, riconosciuto dall’intero movimento. E non è un caso che, prima del fischio di inizio della “Finalissima”, il presidente della FIGC Gabriele Gravina abbia voluto omaggiare Chiellini con un trofeo-tributo per quanto proposto in Nazionale.

Ora, alle porte, un nuovo capitolo: Chiellini si appresta ad abbracciare gli States, pronto a firmare per il Los Angeles FC. L’ultimo contatto tra le parti, dunque, ha portato a un’intesa totale su base 18 mesi. Un modo per appendere i tacchetti al chiodo vivendo un’avventura professionale a stelle strisce, un modo per lasciare momentaneamente il Belpaese. Obiettivo: rigenerarsi.

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