Da Hotel a Bike Hotel: la lavanderia - Bikeitalia.it

2022-09-24 08:43:52 By : Ms. Sally lin

Ci sono dei momenti in cui la cortesia si trasforma in opportunità: questa si presenta generalmente durante le giornate di pioggia, sotto forma di ciclista sporco e infreddolito che chiede alla reception dell’hotel se c’è una stanza libera dove passare la notte. Basta dare un’occhiata al cicloturista per capire di cosa abbia più bisogno in quel momento: una doccia calda, una cena abbondante, un letto pulito e qualcuno che gli lavi e asciughi i vestiti con cui è arrivato all’hotel.

Chi viaggia in bicicletta generalmente dispone di un guardaroba ridotto al minimo per risparmiare peso e spazio e, poiché suda proprio come tutti coloro che praticano attività fisica, ha bisogno di lavare con una certa frequenza i propri indumenti e di averli asciutti entro la mattina seguente, pronti per essere indossati.

Purtroppo ancora oggi ci sono alberghi che non sono in grado di offrire una risposta adeguata a questa esigenza e la cosa ha una conseguenza pratica inevitabile: l’ospite a pedali di turno laverà i propri indumenti nella doccia o nel lavello e li stenderà all’interno della camera, magari dopo aver teso un filo da parte a parte della stanza e aver acceso il condizionatore alla massima potenza per essere sicuri che gli indumenti asciughino entro la mattina seguente.

Credo che sia inutile sottolineare che questo tipo di comportamento è da evitare in ogni modo: trasformare il bagno di una camera in una lavanderia crea il rischio di allagamenti e infiltrazioni d’acqua, senza tenere in considerazione la formazione di muffa dovuta all’umidità e agli inutili consumi di elettricità dettati dall’uso indiscriminato del condizionatore.

Purtroppo (o per fortuna) l’unico modo per modificare questo comportamento consiste nel creare una valida alternativa, ovvero offrire una pronta risposta alla richiesta del cliente che vuole avere capi di abbigliamento puliti entro il giorno successivo. Questa situazione può essere affrontata in modi diversi a seconda delle esigenze, della disponibilità di spazi e, ovviamente della fascia in cui si inserisce l’hotel.

L’opzione base è quella di mettere a disposizione del cliente uno spazio con lavello e sapone in cui poter lavare a mano i propri indumenti. Una volta lavato e strizzato il tutto, occorrerà poi un luogo dove mettere ad asciugare la biancheria: d’estate e in climi secchi si può puntare su una terrazza o, comunque, per un’asciugatura all’aria aperta; d’inverno o in climi umidi, si dovrà optare per un’opzione indoor, ovvero una stanza sufficientemente calda per consentire un’asciugatura rapida. Il locale caldaia adattato allo scopo è una soluzione ampiamente diffusa nei paesi del nord Europa dove il sole splende meno che da noi.

Un altro sistema valido, che consente di lasciare i clienti soddisfatti e di rientrare delle spese di esercizio è quello di installare all’interno della propria struttura una lavatrice e un’asciugatrice a gettone. Anche in questo caso tutta la gestione della faccenda lavaggio degli indumenti ricade sul cliente che deve soltanto aspettare che lavatrice e asciugatrice compiano il proprio lavoro.

Questo è il sogno di ogni cicloturista: arrivare in una struttura alberghiera dove, subito dopo il check-in, gli viene consegnata una cesta in cui depositare i propri vestiti da lavare e che saranno presentati puliti e piegati davanti alla porta della propria camera all’indomani mattina, in tempo per la partenza. Si tratta di un servizio che offrono ancora pochi hotel in cambio di una piccola tariffa, ma che è di grandissimo valore e può fare veramente breccia nel cuore dell’ospite.

Anche il cicloviaggiatore più rude e avventuroso non può rimanere indifferente di fronte ai propri panni puliti, piegati e riposti nella cesta davanti alla porta della propria camera. Se quello che un albergatore cerca è fidelizzare un cliente, in questo modo non potrà mancare.

La gestione di un servizio di lavanderia express interna all’hotel non è nulla di fantascientifico, ma richiede qualche piccola accortezza per evitare di trasformare quello che potrebbe essere un vantaggio per il cliente in una piccola tragedia.

Chi utilizza la bicicletta per sport o per viaggiare presta molta attenzione all’abbigliamento, almeno tanto quanto alla propria bicicletta. I capi in commercio, infatti, hanno raggiunto livelli elevati di tecnicità: i materiali vanno dal comunissimo poliestere alla pregiatissima lana merino passando per le nano fibre e materiali ipertraspiranti ma altamente impermeabili e resistenti al vento. Ed è per questo che potrebbe accadere a ogni albergatore che accoglie cicloturisti presso la propria struttura di trovarsi con una cesta piena di biancheria sporca del valore di qualche migliaio di euro.

In generale, è buona norma attenersi alle indicazioni riposte sulle etichette interne dei vestiti, anche se questo può significare avere a che fare con odori non certo simili al gelsomino né alla rosa selvatica. Esistono tuttavia dei criteri generali che possono essere applicati a praticamente tutti i capi tecnici.

Le alte temperature sono nemiche dello sporco, ma sono anche nemiche della funzionalità dei capi di abbigliamento ad uso sportivo che spesso sono realizzati con in fibre sintetiche e che possono rovinarsi con l’innalzamento della temperatura. Meglio quindi un lavaggio in acqua fredda o al massimo a 30°.

Sebbene esistano sul mercato detergenti pensati appositamente per il lavaggio di materiali molto tecnici, nessuno può realmente pretendere che un hotel (per quanto votato al cicloturismo) ne faccia uso. Del comunissimo detersivo per lavatrici (in modeste quantità) può andare quindi benissimo, ma a condizione che sia liquido e non in polvere. I detersivi in polvere, qualora non si sciolgano completamente nell’acqua durante il lavaggio, potrebbero otturare i micropori dei tessuti compromettendone le funzionalità.

L’ammorbidente, invece, è il male assoluto ed è da evitare: gli ammorbidenti presenti sul mercato possono rovinare le caratteristiche tecniche (traspirabilità e resistenza all’acqua) degli indumenti tecnici. A tutti quanti piace il buon profumo che l’ammorbidente è in grado di conferire ai vestiti, ma non vale sicuramente la pena compromettere una costosa giacca da bici per il solo piacere di andarsene in giro profumando di violetta.

La centrifuga della lavatrice è il processo durante il quale gli indumenti vengono strapazzati al massimo per poter togliere tutta l’acqua di lavaggio possibile. In alcuni casi, come per la lana merino, la centrifuga può addirittura portare il capo a restringersi: meglio quindi optare per una bassa velocità di centrifuga. I capi di abbigliamento tecnico, tanto, hanno la caratteristica di asciugarsi molto in fretta.

Una volta finito il processo di lavaggio, bisogna asciugare i vestiti dell’ospite. L’ideale è un’asciugatura naturale, possibilmente all’aria aperta, ma se la stagione non lo consente si può anche optare per stendere i panni in un luogo caldo e asciutto. Per quanto riguarda l’ipotesi di utilizzare un’asciugatrice, bisogna avere l’accortezza di scegliere un ciclo breve e a temperatura media.

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