Di solito a passare alla storia sono stati gli autunni caldi . Metaforicamente caldi oppure caldi per davvero, come quelli degli ultimi anni. Quello del 2022 potrebbe passare agli annali per l’esatto contrario. L’autunno appena cominciato – nella notte tra il 22 e il 23 settembre – ma il fresco è già pungente come non accadeva da tempo sulla Riviera romagnola dove l’estate sembra quasi finita nel cassetto dei ricordi dopo le ultime mareggiate. C’è già chi sogna i termosifoni accesi e c’è chi è pronto a ricordare – subito – che proprio in quest’autunno che sembra essere così precoce rispetto al passato i sacrifici dovranno essere all’ordine del giorno. Come il presidente della Provincia di Rimini Riziero Santi . All’ente si sono già rivolte numerose associazioni sportive per chiedere l’accensione degli impianti di riscaldamento delle palestre delle scuole (provinciali ovviamente) in cui molte società sportive del territorio mandano ragazze e ragazzi ad allenarsi nelle ore pomeridiane o serali , ovviamente fasce di orario extrascolastico. Solo che rispetto allo scorso anno, il Paese è ostaggio di un caro gas e bollette destinato a cambiare le abitudini. «Vedremo come e quando accenderlo», spiega Santi. E l’abbigliamento degli allenamenti potrebbe cambiare di conseguenza. «Anticipo già a tutti – continua – che le restrizioni saranno pesanti. Preparate le felpe e mette via le mezze maniche ».
«Allenamento senza maniche corte e docce limitate»
«La richiesta di accensione del riscaldamento arrivata dalle società sportive – precisa Santi - è da considerarsi in prospettiva, lo hanno chiesto in via preventiva per l’inverno». Ora il fresco fa rabbrividire più per l’effetto sorpresa dopo mesi di caldo che per le temperature assolutamente non proibitive ma ha ricordato a molti che prima o poi toccherà fare i conti con le ondate di gelo. E l’annuncio del presidente non è una battuta. «Lo dico per davvero – avverte - si dovrà pensare di fare allenamento anche senza mettersi in pantaloncini corti e maglietta a mezze maniche ». E come in Svizzera - dove la ministra dell’Ambiente ha invitato a «fare la doccia insieme» per risparmiare, scatenando polemiche - la mannaia cala anche sulle docce. «Ne verrà limitato l’uso. Basta acqua bollente, e sotto la doccia ci si sta il tempo utile a insaponarsi e sciacquarsi». Per il presidente Riziero Santi la questione sarà di carattere generale. «Non è cattiveria – spiega – ma un semplice adattamento di come saremo costretti e tenuti a comportarci nelle nostre case nei prossimi mesi».
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