MET Gala 2021, quando il tennis si sposa col glamour: sul red carpet Raducanu, Sharapova, Berrettini e Serena

2022-07-02 07:09:33 By : Ms. Cindy Qu

Parata di stelle del tennis al celebre Met Gala di New York. Berrettini e fidanzata, Raducanu, le sorelle Williams, Sharapova e Osaka hanno sfoggiato le mise più disparate e sorprendenti

A New York cala il sipario sugli US Open ma ecco che si alza quello del MET Gala, uno degli eventi legati alla moda e alla beneficenza più glamour e mondani del mondo, una soirée che brilla di arte, luci e star nella magnifica location del Metropolitan Museum. E allora, insieme alle stelle del cinema, della musica e della moda, non potevano mancare quelle dello sport e del tennis in particolare. Dopo aver calcato l’Arthur Ashe Stadium, i protagonisti del circuito per un attimo mettono da parte la racchetta e si rifanno il trucco, pronti a sfilare sul red carpet più celebre della Grande Mela, in tutto il loro splendore.

Da due giorni, c’è una nuova stella che brilla nel firmamento del tennis, la 18enne Emma Raducanu, deliziosa regina degli US Open che ha saputo scrivere come pochi finora la storia del tennis. Dopo aver preso parte alla trafila dei vari talk show americani (un rito ormai per i neocampioni degli US Open), eccola sfilare anche al Metropolitan, in abito Chanel, dalla fantasia bianca e nera, spezzato, un po’ in stile orientale, con top con spalline e gonna lunga. Il ventre, parzialmente scoperto, è impreziosito da un filo di perle con gioiello al centro. Completa il tutto una lunga stola, in pendant con il vestito. Emma, elegante e luminosa.

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Presente anche l’altra grande rivelazione del torneo femminile, la finalista Leylah Fernandez. Anche per lei la scelta cade sul bianco e il nero. Ma la sua mise è molto più “classica” e punta sull’estrema semplicità: un abitino corto, con le spalline e leggermente svasato. Davvero graziosa.

Immancabile poi la “queen” del tennis, Serena Williams. È vero, le stelle del MET Gala di solito tendono a sbizzarrirsi con i look più strani e improbabili, ma quello della 23 volte campionessa slam è davvero sorprendente e alquanto… ingombrante. Assente nell’edizione 2021 dello slam americano, Serena ha voluto ben marcare la sua presenza sul red carpet del Metropolitan, presentandosi con una tutina argentata di pizzo (Gucci) ma, soprattutto, avvolta da un lungo e spesso mantello a strascico di piume, bianco nella parte attorno al collo e nero nella parte bassa, declinato al centro dalle sfumature del rosa, dalla tonalità più chiara fino al fucsia, la cui forma, visto di fronte, ricorda in effetti due ali d’angelo. Che dire? Se voleva distinguersi ci è riuscita a meraviglia, come sempre del resto. È così, quando si tratta di moda, spesso Serena vuole strafare e il buon gusto lascia un po’ a desiderare. Decisamente too much…

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Elegante e decisamente più classica invece la sorella Venus, davvero molto glamour nel suo abito rosso dallo strascico lungo e con un corpetto formato da un ampio e romantico volant, che le lascia scoperte le spalle. Sontuosa.

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Di rosso vestita anche una carismatica Sloane Stephens. La campionessa 2017 degli US Open si è presentata avvolta da un ampio abito rosso corallo, dalle maniche lunghe, a sbuffo, molto larghe. Elegante e seducente Sloane, con uno spacco vertiginoso laterale e il corpetto che, al centro, si apre in uno scollo leggermente audace. Romantico invece lo strascico laterale, dal lato opposto dello spacco.

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Presente al Met Gala anche Naomi Osaka. La giapponese sta attraversando un momento complicato dal punto di vista agonistico ed emotivo. Uscita al terzo turno da Flushing Meadows, tuttavia Naomi era al rendez-vous per il celebre evento glamour, lei che ora sembra trovarsi molto più a suo agio sui red carpet o in uno shooting pubblicitario piuttosto che su un campo da tennis. La mise di Naomi? Un abito Louis Vuitton dai forti contrasti. Uno pseudo kimono sgargiante e colorato, stretto in vita da una larga fascia rossa, a cui viene abbinato un lungo mantello nero a balze che le lascia scoperte le spalle. Le due cose c’entrano poco insieme. A coronare il tutto, l’acconciatura: una sorta di “scultura” futuristica. Parte della bella chioma di Naomi è annodata quasi a ricordare un po’ un “bretzel“, il celebre snack salato. Mentre dai lati, si stendono orizzontalmente due larghe ciocche che sembrano ali “elettrizzate”. In fatto di look Naomi ama osare, non c’è dubbio. L’originalità è assicurata. L’eleganza, un po’ meno.

Naomi Osaka looking over the top as she steps onto the #MetGala carpet. pic.twitter.com/IxC4bEUM9g

Invece l’Italian style non delude mai. Semplice ma molto affascinante Matteo Berrettini, accompagnato dalla fidanzata Ajla Tomljanovic. Il fresco n. 7 del mondo – da lunedì – si è fatto notare per lo charme, reso ancora più evidente dall’elegantissimo smoking blu notte. Perfetto. Così com’è splendida Ajla Tomljanovic, in un abito semilungo di paillettes che simboleggia lo skyline di New York illuminato di notte. Impeccabile anche uno dei semifinalisti dello US Open, Félix Auger-Aliassime. Al contrario di Matteo, Félix indossa un completo con giacca bianca, papillon nero e pantaloni anch’essi neri, un po’ in stile “James Bond”. Molto classy. Carinissima anche la fidanzata del canadese – nonché cugina di Tomljanovic – Nina Ghaibi, in un delizioso abito lungo dorato, classico e raffinato.

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Maria Sharapova passa da un red carpet all’altro. Dopo aver deliziato gli appassionati di cinema con la sua presenza alla Mostra di Venezia, eccola puntuale anche sul tappeto rosso della Grande Mela, passando per gli spalti di Flushing Meadows dove ha assistito alla finale maschile. Masha indossa un regale abito in raso color giallo senape. Certo, molto chic. La forma del vestito è interessante e la sua sinuosità fa risaltare la linea statuaria di Maria. Però quelle ampie mezze maniche ricordano un po’ la mantellina di un vescovo… Ma si sa, Maria può permettersi questo ed altro in fatto di look.

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A Portorose ottime vittorie di Jasmine Paolini e Lucia Bronzetti

Emma Raducanu, una impresa senza precedenti

Jannik ritorna top-ten ed n.1 d’Italia, perchè Berrettini scende a n.15, ma non gli interessa. E’ il quindicesimo azzurro in ottavi all’All England Club

Un tennista italiano, il quindicesimo della storia dei Championships e il più giovane, ha centrato il traguardo degli ottavi a Wimbledon. E il fatto che Jannik Sinner abbia centrato gli ottavi già in tutti e 4 i tornei del Grande Slam, racconta la dice lunga sulla sua solidità. E anche sulle sue prospettive. A poco più di 20 anni si tratta già di un grande risultato, se si pensa che il solo tennista italiano che era stato capace di tanto, in tutti e quattro i Majors, era stato Matteo Berrettini.

Non a caso è già stato top-ten e da lunedì Jannik lo sarà di nuovo, quando sarà anche n.1 d’Italia per la prima volta perché Matteo Berrettini perderà i 1200 punti della finale dello scorso anno e scenderà a n.15.

Alla fine di questo anomalo torneo che non distribuisce punti, mentre vengono cancellati quelli conquistati un anno fa, Nole Djokovic si ritroverà al settimo posto del ranking anche se dovesse vincerlo, così come Rafa Nadal sarà terzo comunque alle spalle dei grandi assenti Medvedev e Zverev.

Jannik – che ad inizio torneo era n.13 – sarà n.10 perché usciranno dai top-ten Aliassime che aveva fatto quarti, Hurkacz che era giunto in semifinale e – sia pure per soli 30 punti indietro rispetto a Jannik (3185 contro 3155)– anche Norrie che si era fermato al terzo turno.

Ho già detto come la penso. E cioè che l’ATP, pensando di fare un “dispetto” a Wimbledon – che non se ne è fatto né in qua né in là – ha fatto in realtà harakiri. Ha cioè falsato scioccamente le proprie classifiche quando sarebbe bastato il compromesso di mantenere a russi e bielorussi i punti di Wimbledon 2021.

Dove scenderà poi Djokovic che non può giocare né in Canada, né a Cincinnati né al momento a New York, ancora non ho fatto i conti, ma questa è una conseguenza di una sua scelta: quella di non vaccinarsi. Tutto il suo team è vaccinato, di Jelena non sono sicuro, ma Nole va dritto per la sua strada. Gli hanno chiesto se qui prende particolari precauzioni o se è preoccupato, come preoccupato pare il clan di Nadal, e lui non è sembrato esserlo anche se – teoricamente almeno – non essendo mai stato vaccinato potrebbe essere più a rischio di altri, anche se al Covid è già stato positivo una volta senza serie conseguenze.

Che chances ha Sinner contro Alcaraz nel duello che sembra il terzo di una rivalità e una serie infinita? Alcaraz ha vinto le prime due sfide, a Alicante in un challenger e a Parigi Bercy nel 2021, e deve essere considerato il favorito.

Nella graduatoria degli ace Alcaraz è sesto con 42 ace, Sinner è 44mo a pari merito con diversi altri con soli 15 ace. Sonego è 35mo con 19 ace. Ci sono tennisti che hanno fatto più ace giocando una sola partita o due. Jannik ne ha fatte tre e ha lasciato un set a Wawrinka e Mikael Ymer.

Contro Isner ha giocato la sua partita più solida in risposta e al servizio. Non ha concesso la minima palla break.

Ma contro Alcaraz? Differenza al servizio a parte, Alcaraz sembrebbe un tantino più forte sotto tutti gli aspetti: a rete, come tocco, come potenza. Forse Sinner potrebbe essere meno falloso. Ieri non ha quasi regalato niente. Ma scambiare contro Isner, una volta che si è riusciti ad arginare il servizio oppure i primissimi colpi di gioco (la risposta), è una cosa e contro Alcaraz è un’altra.

Tuttavia direi che Sinner, per quanto sfavorito, sembra sulla carta – anzi sull’erba – avere più chance di sovvertire il pronostico di quanto ne abbia Lorenzo Sonego stasera nell’ultimo match della giornata con Rafa Nadal. E ciò sebbene fin qui le prestazioni di Nadal non siano state del tutto inappuntabili: ha perso un set con Cerundolo ed era indietro di un break anche nel quarto set poi recuperato; ne ha perso un altro con il non irresistibile Berankis. Ma nel pomeriggio di ieri ho scritto di Sonego e di Gipo Arbino.

Vero che Rafa, assente da Wimbledon negli ultimi 3 anni, ci ha abituato a trovare la forma cammin facendo – e piede permettendo…  – e quindi probabilmente migliorerà giorno dopo giorno, però un Sonego in giornata, fra servizio e dritto direi che è più temibile di Cerundolo e Berankis. Chiaro che se Rafa gioca da Rafa non c’è partita. Con quel dritto che si ritrova bombarderà Sonego sul rovescio fino allo sfinimento.

Sinner contro Alcaraz può reggere i palleggi, ma forse non può competere sul piano della varietà degli schemi, attacchi, volee, drop-shots per i quali Carlitos ha più mano.

Però non va dimenticata l’età e la relativa inesperienza di Alcaraz. Ha già battuto quasi tutti i più forti tennisti del mondo, però se si trovasse all’improvviso in difficoltà con Jannik forse potrebbe restare disorientato.

La prova di Jannik contro il semovente Isner è stata indubbiamente molto solida. E Jannik ha dimostrato sul campo 2 di essere molto attento anche tatticamente. Quando doveva rispondere cambiava sovente posizione per togliere certezze e ritmo ai servizi di Isner. A volte stava indietrissimo anche 4 o 5 metri, altre volte avanzava quasi sulla riga di fondo per togliergli l’opzione del servizio slice a uscire. Lo faceva sia sulla prima sia sulla seconda. E alla fine Isner, che aveva cominciato con 7 ace nei primi due game, e ne ha fatti 12 nel primo set, si è ritrovata spuntata l’arma prediletta. Tanto che fra secondo e terzo set ne ha fatti soltanto altri 12.

E al di là del discorso ace, che lascia un po’ il tempo che trova perché si può fare caterve di servizi vincenti che non sono ace ma hanno il medesimo effetto di procurare il punto, è accaduto che Sinner in diversi game, anche se ha saputo conquistare soltanto 4 palle break con un break nel primo e un altro break nel terzo – il secondo si è deciso invece al tiebreak senza break – ha dimostrato di riuscire a rispondere. E’ arrivato ai vantaggi 4 volte sui servizi di Isner, nel tiebreak ha fatto il minibreak che serviva e in particolare è riuscito a rispondere 57 volte su 97 e fare 35 punti contro il servizio, 17 volte nonostante la prima di Isner, 18 sulla seconda. Tanta roba. E il tutto leggendo sempre meglio il servizio del gigante USA: se la media delle risposte nel corso del match è stata del 59% (cioè su 97 servizi ha risposto 40 volte) nel terzo set è addirittura salita all’83%: Jannik ha cioè risposto 20 volte su 24. Neppure guardando la partita mi ero reso conto di ciò. Alla fine del match vinto in 3 set Jannik ha vinto 20 punti in più, 107 a 87. Sono tanti.

Per il resto la giornata non ha offerto granchè. Djokovic ha dominato il derby serbo con Kecmanovic, 6 terzi turni della metà alta si sono conclusi in tre set, e solo Goffin con Humbert e Tiafoe con Bublik (nel match più divertente della giornata) hanno vinto in 4. Anche fra le donne sei match su 8, i terzi turni della metà bassa si sono conclusi in due set, ma non si può dire che sia stato combattuto il match vinto in tre set dalla Ostapenko sulla Begu (3-6,6-1,6-1), mentre la Niemeier ha lottato di più contro la non più giovane ucraina Tsurenko (6-4,3-6,6-3) che però ha detto tutto quel che voleva dire sulla guerra russo-ucraina.

Per questo sabato il match clou è certamente Tsitsipas-Kyrgios. Può succedere di tutto. Io credo che a Nadal, ma alla lontana anche a Djokovic, farebbe più piacere una vittoria di Tsitsipas. Kyrgios,infatti, è capace di tutto. Anche di battere Tsitsipas per poi perdere a bocca di barile con il vincente di Nakashima-Galan. Ma i grandi favoriti del torneo, Djokovic e Nadal, preferirebbero che fosse qualcun altro a levar di torno la mina vagante di Canberra, piuttosto che trovarselo un giorno di fronte.

Le teste di serie fin qui eliminate sono

Primo turno Uomini 7 Hurkacz (Davidovich Fokina) 6 Aliassime (Cressy) 16 Carreno Busta (Lajovic) 18 Dimitrov (Johnson) 24 Rune (Giron) 28 Evans (Kubler) Donne 7 Collins (Bouzkova) 14 Bencic (Wang) 18 Teichmann (Tomljanovic) 21 Giorgi (Frech) 22 Trevisan (Cocciaretto) 23 Haddad Maia (Juvan) 27 Putintseva (Cornet) 30 Rogers (Martic) 31 Kanepi (Parry)

Uomini 3 Ruud (Humbert) 12 Schwartzman (Broady) 13 Shapovalov (Nakashima) 15 Opelka (van Rijthoven) 17 Bautista Agut (COVID) 26 Krajinovic (Kyrgios) 31 Baez (Goffin) Donne  2 Kontaveit (Niemeier) 6 Pliskova (Boulter) 9 Muguruza (Minnen) 26 Cirstea (Maria) 29 Kalinina (Tsurenko)

Donne 5 Sakkari (Maria) 15 Kerber (Mertens 24) 28 Riske (Bouzkova) 33 Zhang (Garcia)

LONDRA – La classe di Petra, la “missione impossibile” di Lorenzo, e un Nick che pare crederci davvero

(da Londra, il nostro inviato)

Paula Badosa – Petra Kvitova Botte da orbi, e mazzate a braccio sciolto con tutti i fondamentali: Paula e Petra sono tra le giocatrici che fanno viaggiare la palla più di tutte, raggiungendo spesso e volentieri velocità paragonabili al tennis maschile. Con una differenza: il gioco di Badosa è brutale, efficace, senza fronzoli, sulla scia della connazionale (ormai in spirale negativa da troppo tempo) Garbine Muguruza. Quello di Kvitova è pieno di classe e talento, a partire dalle curve mancine del servizio, per arrivare ai dritti esterni e lungolinea che su erba sono letali, e che le hanno fatto meritatamente vincere questo torneo due volte (63 64 in finale a Sharapova nel 2011, 63 60 a Bouchard nel 2014. 10 game persi in due finali, direi che la statistica si commenta da sola). Il livello sarà alto, mi perdonerà la simpatica Paula se l’antico affetto per il sorriso di Petra mi farà tifare per lei. Consigliata a chi adora i missili semipiatti tirati senza paura.

Lorenzo Sonego – Rafael Nadal Dopo la sconfitta dell’anno scorso subita da Roger Federer, al nostro mitico “Lori” tocca nuovamente l’onore e l’onere del leggendario Centre Court di Wimbledon. Onore perchè ovviamente non esiste campo più prestigioso al mondo, onere perchè se devi giocarci, e non sei una leggenda plurivincitrice di Slam assortiti, vuol dire che il mostro sacro è il tuo avversario. Con grande lucidità, dopo la vittoria su Gaston, Sonego ci ha detto che il suo piano tattico sarà necessariamente semplice e rischioso: tirare a tutta con servizio e dritto, e non temere la diagonale del rovescio, dato che per fortuna l’erba neutralizza almeno un po’ i top-spin assassini di Rafa. Non avere nulla, ma proprio nulla da perdere può essere un aiuto psicologico importante, la speranza è che comunque vada sia una partita lottata. Consigliata a tutti, non serve spiegare perchè.

Stefanos Tsitsipas – Nick Kyrgios Due grandi talenti della nuova generazione (più o meno, ormai siamo a metà strada verso l’essere veterani, soprattutto nel caso di Nick, 27 anni, “pro” da 9, mentre Stefanos ne ha quasi 24, ed è “pro” da 6 stagioni) a confronto. Il greco è più continuo e con palmarès ben più importante, così come la classifica, ma l’australiano è stato capace in carriera di picchi molto più alti dell’avversario, in particolare nei confronti con i “Big 3”, e sull’erba appare decisamente più a suo agio. Se saprà mantenere la calma e la concentrazione mostrate finora nel torneo, Kyrgios è strafavorito, ma se dovesse incartarsi in uno dei suoi momentacci autodistruttivi e polemici con l’universo intero, Tsitsipas sarà certamente pronto ad approfittarne. Consigliata a chi spera ancora che prima o poi Nick faccia il botto in uno Slam intero, non solo in un match secco.

Jannik soddisfatto della prestazione, ma ora c’è Alcaraz: “È molto forte fisicamente e mentalmente e sa fare tutto”

C’era qualche timore alla vigilia del match contro John Isner, ma uno Jannik Sinner molto solido e centrato si è sbarazzato in tre set dell’avversario che, come previsto, nel frattempo è diventato il tennista ad aver scagliato più ace nella storia. E che non ha lesinato commenti positivi sull’azzurro: “Non voglio fare grandi proclami” ha detto John dopo il match, “ma lui ha assolutamente quello che serve per fare ottime cose, specialmente quando la vecchia guardia uscirà di scena. Probabilmente tra quattro o cinque anni lo vedremo lo vedremo al vertice. Forse anche prima, in effetti”. E proprio da qui si parte nella conferenza stampa con i giornalisti italiani dopo la vittoria che lo ha portato agli ottavi, dove è atteso da Carlos Alcaraz.

D. Come ti fanno sentire le parole di apprezzamento spese da Isner, uno che gira da vent’anni e ha giocato con tutti i più forti?

Jannik Sinner “Innanzitutto, lui è una bravissima persona, cerca sempre di aiutarti anche fuori dal campo. Le sue parole sono importanti, è da tanto che è nel circuito, ma so anche che ho ancora tante cose da migliorare.”

D. Qual è la qualità migliore di Alcaraz a cui devi stare attento?

JS. “Se sei così giovane e già lì, sei speciale. È molto forte fisicamente e mentalmente e sa fare tutto. Tante cose insieme che fanno la differenza. Adesso ho un giorno di allenamento, e giocare contro Carlos sarà un problema del giorno dopo.”

D. Sbaglio a pensare che questa vittoria sia un po’ più speciale di altre, tutte importanti, ci mancherebbe altro, ma che questa in particolare abbia alcuni contorni con sé? Come un rito di passaggio di sentirsi o di divenntare un po’ più adulto.

JS: “La vittoria contro di lui in Coppa Davis mi ha aiutato in questo match, anche se quella volta gli leggevo meglio il servizio. Oggi ho fatto molta fatica, anzi ho proprio fatto 50 e 50. Ho cercato di entrargli in testa. Nel tie-break ho risposto due volte bene da vicino. Tante cose insieme mi fanno crescere, ma non è solo la partita, parte da altre cose che fai fuori dal campo. Certo, posso essere molto contento del mio livello e della gestione di questa partita.”

D. Hai giocato una partita di grande consistenza, non ti sei mai distratto, sei sempre stato concentrato, non hai dovuto annullare neanche una palla break e hai sfruttato le poche occasioni che Isner ti ha concesso: pensi sia stata la migliore partita della stagione, una delle migliori della carriera?

JS: “Quando non c’è ritmo è difficile parlare di come hai giocato o ti sei sentito. Come gestione in generale, una delle migliori. Posso prendere molti aspetti positivi, sapendo però che la prossima partita sarà diversa e ancora più difficile. Devo giocare in modo diverso perché l’avversario è totalmente diverso.”

Tocca poi al direttore di Ubitennis, Ubaldo Scanagatta, che cerca (invano) di uscire dagli schemi con un intervento che richiama il film Santa Maradona. D. Ti hanno fatto le mille domande di cui sai ormai tutte le risposte a memoria, tutte uguali più o meno. Ecco, c’è una domanda che ti piacerebbe ti venisse fatta e non ti è mai stata fatta alla quale ti piacerebbe rispondere e dire una cosa che ti interessa?

JS: “Non saprei cosa dire [ridacchia], prossima domanda”.

D. Ovviamente non sappiamo ancora e non lo sai neanche tu se ti metteranno sul Centrale oppure sul Campo 1, comunque sono due campi che ancora non hai frequentato. In questi giorni hai anche creato un ottimo feeling con il pubblico e anche Alcaraz è uno dei beniamini. Da quel punto di vista, che tipo di partita sarà, con il coinvolgimento del pubblico e soprattutto su un campo nuovo che richieda qualche forma di adattamento.

JS: “Sarà un campo un po’ più grande. Normalmente sono abbastanza veloce ad adattarmi. C’è anche da vedere com’è l’erba perché oggi, per esempio, mi sono scaldato e quando non c’è più l’erba è come se ci fosse il cemento e sono rimasto un po’ sorpreso perché non ero mai arrivato a giocare su un campo così. Spero in un bel pubblico, sia per lui sia per me, e di fare una bella partita. Non sarà semplice, soprattutto all’inizio.”

D. Sempre collegandomi a questo, se fosse il Centrale, quando entri lì, un po’ di emozione, forse un campo diverso dagli altri, per tradizione e per fascino o credi che sia qualcosa che riuscirai a metabolizzare in fretta?

JS: “Certamente il Centrale è il più speciale, ma anche il campo 1 a Wimbledon è ottimo, non credo ci siano tanti posti in meno rispetto al Centrale”

Torna alla carica il direttore Scanagatta. D. Se potessi scegliere il campo su cui giocare contro Alcaraz, sceglieresti cemento, terra o erba?

JS: “Ora gioco qua, quindi penso all’erba. Non mi va di scegliere, sinceramente.”

Rimane tempo per un paio di domande da parte dei giornalisti stranieri sul rapporto, presente e futuro, tra Jannik e Alcaraz.

D. Siete i giovani più importanti nel tennis. Pensi che diventerà una rivalità importante in futuro?

JS: “È difficile dirlo. Di sicuro spero di esserne parte, ma ognuno ha il proprio percorso. Entrambi siamo grandi tennisti e brave persone. Ma non ci penso molto, penso alla strada che devo fare.”

D. Raccontaci qualcosa in più della vostra relazione.

JS: “Abbiamo un’ottima relazione. A volte parliamo negli spogliatoi. Lui in spagnolo e io in italiano, facciamo un po’ un mix, ma credo che ci capiamo bene. Siamo buoni amici fuori dal campo, ci siamo anche trovati poco fa a fare il bagno di ghiaccio. Penso che abbiamo una buona relazione e spero che continui per molti anni perché è la cosa più importante. In campo, tutti vogliono vincere, quindi speriamo che sia un match emozionante.”

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